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Semina Su Sodo: Vantaggi E Svantaggi Della Lavorazione
News _ 23 Febbraio 2023
Lo sapevi che le lavorazioni conservative del terreno, alternative alla classica aratura profonda, destano sempre più interesse tra gli agricoltori? Tra queste, la più “estrema” è proprio la semina su sodo: una tecnica agronomica che prevede l’utilizzo di specifiche seminatrici capaci di lavorare su terreni che ancora non sono stati lavorati.
Ma per quali motivi le lavorazioni conservative come la semina su sodo sono considerate perlopiù vantaggiose? Le ragioni principali sono due:
- permettono di contenere i costi operativi grazie a un consumo di carburante e tempi di lavoro minori
- determinano una maggiore conservazione della sostanza organica, con benefici effetti sul suolo e sull’atmosfera
Per poter essere applicata ottimamente, la tecnica della semina su sodo dovrà tenere in considerazione alcuni aspetti, tra cui la tipologia del terreno (i più leggeri o di medio impasto si prestano meglio a quelli pesanti). Anche l’andamento climatico e il tipo di coltura hanno un’influenza importante nell’applicazione della semina su sodo. Infatti, le colture a elevato accestimento, come il frumento, non presentano elevata sensibilità nelle fallanze a causa di un non perfetto contatto seme-terreno.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa pratica agronomica? Prosegui nella lettura di questo breve articolo e scoprili tutti.
I vantaggi della semina su sodo
Il primo vantaggio legato alla semina su sodo riguarda il risparmio. Diversi centri di ricerca italiani hanno evidenziato chiaramente che, nei seminativi, sostituire la tradizionale aratura con la semina su sodo comporta una riduzione rilevante dei consumi di gasolio.
Utilizzare macchine combinate, in grado di svolgere più operazioni in un unico passaggio, considerato il tipo di terreno e la coltura, si traduce in un risparmio del 50% (o anche di più) rispetto alle tecniche convenzionali. È chiaro, dunque, l’impatto positivo che la semina su sodo ha anche sull’ambiente circostante.
L’adozione dell’agricoltura conservativa in generale risulta infatti molto meno impattante sulle comunità viventi del terreno, con un evidente effetto benefico sulla qualità biologica dei suoli. Facciamo un esempio per rendere il tutto più chiaro: nei terreni gestiti da più anni con seminatrici da sodo si è soliti conteggiare un numero di lombrichi superiore rispetto a quello annoverato nei lotti sottoposi a lavorazioni convenzionali.
Inoltre, l’effetto pacciamante dei residui vegetali in superficie e il miglioramento strutturale del suolo (conseguenza diretta della non lavorazione), innalza il livello di umidità dello stesso. Tale aspetto, rinvenuto da evidenze sperimentali condotte su frumento duro, si traduce in una maggior disponibilità idrica per le piante.
Infine, un ulteriore aspetto positivo legato alla mancata asportazione dei residui colturali e alla non lavorazione del terreno è l’accumulo significativo di sostanza organica del terreno. A cascata, i vantaggi che si contano sulla porosità del terreno riguardano una migliore aerazione e una riduzione del rischio di ristagno idrico.
Gli svantaggi della semina su sodo
La semina su sodo non porta con sé solo benefici e vantaggi. Le stesse sperimentazioni svolte sul grano duro al Sud Italia di cui abbiamo accennato poco più su evidenziano infatti alcune criticità legate alla semina su sodo. Un primo esempio è dato dall’aumento del compattamento del suolo dovuto al mancato rivoltamento della zolla.
In aggiunta a ciò, se da un lato una maggiore umidità del suolo garantisce una migliore disponibilità idrica per gli apparati radicali, dall’altro accelera l’insorgere di attacchi da parte di malattie fungine. Ecco perché è importante gestire con attenzione il diserbo nella fase di transizione tra agricoltura convenzionale e conservativa.
Il diserbo serve proprio a compensare l’assenza del controllo meccanico fornito dalle lavorazioni, comportando spesso costi aggiuntivi per l’azienda.
Tuttavia, lo svantaggio principale legato all’applicazione della semina su sodo riguarda il calo delle produzioni. Le lavorazioni conservative, dunque meno intense, non sempre permettono di ottenere redditi confrontabili a quelle convenzionali, anche a fronte di un contenimento dei costi importante.
A sopperire a questa mancanza interviene, fortunatamente, l’agricoltura di precisione. Utilizzare tecnologie per la gestione a dosaggio variabile determina, non solo un aumento notevole delle produzioni, ma anche una maggiore efficienza degli input somministrati (fertilizzanti e sementi).
Studi pluriennali svolti su frumento hanno infatti confermato che, nel medio-lungo periodo, i redditi ottenibili con la distribuzione variabile su semina su sodo raggiungono – e in alcuni casi superano – quelli derivanti da una gestione convenzionale degli appezzamenti.
Conclusione
All’interno di questo articolo abbiamo visto una panoramica generica circa i vantaggi e gli svantaggi della semina su sodo: la tecnica che richiede l’utilizzo di particolari seminatrici per la lavorazione di terreni occupati da residui di colture in avvicendamento.
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