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Dalla sua nascita, circa 20.000 anni fa, l’agricoltura si è evoluta in un sistema in grado di fornire più cibo possibile alla popolazione mondiale, al minor costo. Di conseguenza, oggi, gli agricoltori – soprattutto se dediti alle coltivazioni “commodity”, come riso, mais, soia e frumento – soffrono di un calo generalizzato della redditività, legata a doppio filo ai mercati internazionali, caratterizzati da quotazioni estremamente fluttuanti.

In aggiunta a ciò, gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire, con periodi di estrema siccità e alte temperature intervallati da sempre più frequenti episodi di forti precipitazioni. Quest’ultima criticità diventa particolarmente grave in relazione alla non copertura dei suoli: forti piogge occasionali su terreni nudi determinano infatti erosione e perdita di sostanza organica.

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A cavallo tra metà 800 e metà 900 molte aree rurali del sud Europa si sono spopolate proprio perché rese improduttive da fenomeni di erosione dei suoli e inondazioni: motivo per il quale la Comunità Europea ha varato diverse misure per l’aumento della sostenibilità dei sistemi agricoli, ad esempio il Farm To Fork.

Inoltre, la CE ha anche individuato come prioritarie quelle strategie in grado di assicurare la continuità dell’attività agricola. Una tra queste è l’agricoltura rigenerativa: un insieme di tecniche agronomiche mirate a salvaguardare e “rigenerare” il primo fattore di produzione agricola, il suolo, appunto.

Perché l’agricoltura rigenerativa?

A differenza della “vecchia” agricoltura intensiva, predominante in Europa almeno fino ai primi anni ’90, che tendeva a sfruttare il suolo senza preoccuparsi dei danni a lungo termine (arature profonde, monocoltura, fertilizzazioni principalmente minerali, difesa dalle avversità a calendario, ecc.), l’agricoltura rigenerativa ha come primo obiettivo quello di mantenere e migliorare la fertilità dei suoli, migliorando la sostenibilità, la resilienza degli ecosistemi e assicurando agli agricoltori benefici economici e ambientali.

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Una vera e propria rivoluzione agronomica la cui filosofia di base integra i concetti di: riciclo dei nutrienti, fissazione dell’azoto atmosferico, valutazione del rapporto tra presenza e danno delle avversità biotiche, conservazione di acqua e biodiversità e sequestro del carbonio (carbon farming).

Ma in cosa si traduce, in concreto, questo approccio? Ecco i punti cardine suddivisi per obiettivi agronomici.

1.     Migliorare la salute del suolo

  • Utilizzo di tecniche di agricoltura conservative per ridurre l’erosione da parte di vento e piogge e aumentare così il contenuto di sostanza organica.
  • Utilizzo delle cover crops, o colture di copertura, per ridurre l’erosione, aumentare l’infiltrazione delle piogge e ridurre l’evaporazione dal suolo.
  • Concimazioni con fertilizzanti organici e compost per aumentare il contenuto di sostanza organica, arricchire il suolo di micro-organismi.
  • Introduzione negli areali agricoli di piante perenni o altri vegetali con sistemi radicali profondi.

2.     Migliorare la gestione idrica

  • Realizzazione di fosse livellari (sistemazioni del terreno in grado di raccogliere e infiltrare l’acqua lentamente nel terreno, ricaricando la falda freatica).
  • Realizzazione di laghetti o micro invasi per la raccolta delle acque meteoriche.
  • Altre sistemazioni del suolo nelle aree declivi in grado di rallentare la percolazione delle acque

3.     Aumentare la biodiversità

  • Praticare l’intercropping, cioè le colture consociate o promiscue. Tale attività consiste nel seminare colture differenti in uno stesso appezzamento suddividendole in strisce oppure mischiandole completamente (grano duro + erba medica, mais + frumento, ecc.).
  • Aumentare l’integrazione tra piante e animali.
  • Aumentare la rotazione delle colture.
  • Creare corridoi naturali, fasce boscate, siepi e aumentare la presenza di piante attrattive per gli insetti pronubi.
  • Basare la difesa dagli insetti su strategie di biocontrollo con predatori.

I sostenitori dell’agricoltura rigenerativa affermano che i benefici per gli agricoltori che la praticano riguardano il miglioramento dell’agroambiente, con vantaggi su rese e qualità delle colture e un aumento della redditività. Si tratta dunque di vantaggi valutabili solo nel lungo periodo.

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R&S Forigo

Scritto da R&S Forigo

Divisione Ricerca e Sviluppo di Forigo Roteritalia. Team di esperti impegnati nello studio e nell'analisi delle principali tecniche agricole ed orticole utilizzate oggi. La conoscenza unita alla competenza sono il punto di partenza per il miglioramento continuo in uno scenario di innovazione e sviluppo tecnologico.


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